Le crisi degli ultimi anni hanno stravolto il modo di consumare oggi? È una domanda che molte aziende si pongono, in quanto, molta gente, dovendo ridurre le spese ha compreso che non è così vantaggioso comprare un prodotto che abbia un marchio o che sia alla moda, se poi è prodotto nei paesi orientali.
L’impatto delle crisi economiche degli ultimi anni non si sono limitate a questioni finanziarie e occupazionali, ma hanno anche influenzato notevolmente i comportamenti di consumo delle persone a livello globale. La maggior parte degli individui ha ripensato al modo di approcciarsi alla spesa sia per la consapevolezza ambientale e sociale, sia per la più pratica necessità di ridurre gli esborsi. Una delle conseguenze di queste crisi è stata una riflessione sulla sostenibilità del nostro modello di consumo, che ha rivelato molte sfide e possibilità di miglioramento.
Nel tentativo di risparmiare denaro, molte persone hanno cominciato a prestare attenzione ai prezzi dei prodotti e hanno notato che spesso quelli con un marchio più conosciuto e alla moda costano decisamente di più rispetto ai corrispettivi beni anonimi e/o equivalenti ma meno appariscenti.
Inoltre, la crescente conoscenza delle condizioni di lavoro precarie e della mancanza di protezione ambientale nei paesi orientali dove vengono generati molti di questi articoli, ha portato molti consumatori a chiedersi se davvero convenga sostenere un’industria che non tiene in considerazione tali aspetti etici.
Come è cambiato il mondo del consumo con le crisi economiche
Le crisi degli ultimi anni hanno quindi provocato una svolta nel modo di intendere il consumo: non è più solo una questione di tendenza o di prestigio, ma ci si sta orientando verso una scelta più diretta del consumatore per cercare di creare un mondo che sia più responsabile.
Questo nuovo tipo di approccio alla spesa è stato definito come “consumo consapevole” e sta diventando sempre più comune tra i consumatori attenti al mondo che li circonda.
Quali sono le caratteristiche del consumo consapevole
Il consumo consapevole si basa sulla scelta di prodotti che rispettino soprattutto due ambiti: l’ambiente e le persone coinvolte nella produzione. Spesso questi beni sono:
- di origine locale, biologici o generati con modalità a basso impatto ambientale
- contraddistinti da una maggiore attenzione ai diritti dei lavoratori, come garanzia di un ambiente di lavoro sicuro e giusto.
Non è solo una presa di posizione individuale ma rappresenta anche un’azione collettiva, poiché le scelte dei consumatori possono influire in maniera drastica sulle politiche e sulle pratiche delle aziende.
C’è tuttavia un altro fattore che porta al consumo consapevole, ed è il corrispettivo di qualità.
Oggi, quanto è importante la qualità per i consumatori?
In buona sostanza, le persone si rendono conto dove c’è qualità e dove non c’è, e soprattutto si interrogano sul suo valore reale.
Per fare un esempio, un paio di scarpe di una marca apprezzata costano duecento euro. Oltre al fatto del marchio “made in Italy” non hanno niente di più da offrire, né da invidiare alla scarpa ugualmente bella e creata con gli stessi materiali. L’unica differenza è che risulta sprovvista di un marchio ed è prodotta in Cina, ma quest’ultima costa settanta euro anziché duecento, ben centotrenta in meno.
In ogni caso, l’effetto complessivo del consumo consapevole è l’influenza positiva sul mercato mondiale. Se i consumatori decidessero di comprare solo prodotti che rispettano gli standard etici scelti, le aziende sarebbero costrette a cambiare le loro priorità e a rivedere le loro politiche rendendole più sostenibili e responsabili, tenendo in considerazione gli interessi delle persone e delle comunità coinvolte.
Speriamo che la lettura di questo articolo sia stata un’occasione di riflessione. Leggi anche gli altri articoli del nostro blog!